Come si cura la stitichezza ? Con il predicozzo diarroico di Celentano !

Pubblicato il da Totoi Fadda

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Era un mito. Era. Lo era un secolo fa. Eppure Lui ha aperto un’ Era  in quell’ Italia del dopoguerra e del boom economico, che di li a  poco, negli anni ’60, sarebbe arrivato. Un’ Era aperta che poneva al centro di tutto, di ogni sua canzone e componimento del Clan, questa specie di famiglia allargata, il malessere giovanile di quegli anni e una idea nuova di ecologismo e di difesa, non solo dell’ idea del verde in tutte le sue sfaccettature, ma di un nuovo modo di vivere e pensare la natura ed il nostro rapporto con essa. Tutto questo attraverso e grazie al suo Rock  dinoccolato e insieme pazzoide, infarcito di quelle espressioni facciali Jerry-mimate che ne esaltavano lo stile e la voglia di apparire “diverso”, una musicalità ritmata all’ inverosimile arricchita da coreografie originali e nuove per quel periodo storico. Una musica nuova, orecchiabilissima, cadenzata quanto bastava, dai toni bassi e coinvolgenti. Senza prediche strane e inappropriate. Questo era il Celentano che abbiamo conosciuto noi, quelli del ’50, ’51, ’52. Un Celentano dedicato esclusivamente alla sua musica. Alla voglia di affermare il suo Rock demenziale e di denuncia sociale. Che ci stava bene. E che ha fatto la storia dell’ Italia di quel periodo. Ma sempre stando zitto e  cantando. Solo cantando. Ormai da circa una decina di anni, con l’ avanzare dell’ età del viagra, s’è messo a predicare. A sermoneggiare pretendendo di inculcare nella testolina di noi italiani pensieri distorti da un fanatismo ideologico-religioso che non ha nulla, purtroppo, né di ideologico né di religioso. Gli è stato fatto credere, complice la moglie-manager, che Lui è il Verbo. Che Lui è Lui, il Messia che tutti noi, poveri boccaloni terrestri, aspettiamo da una vita per redimerci dai nostri brutti peccati e vizi raccolti e contaminati dal diluvio berlusconiano. Gli hanno fatto credere che quello che dice è Vangelo. E quindi si addentra in esercizi spirituali comico-ignorantazzi, non per nulla è proprio il Re degli ignoranti, che lasciano il segno e l’ amaro in bocca a tutti gli italiani che, a bocca aperta e con la bava alla bocca si sintonizzano per un buon 55% sul canale uno, e attendono l’ ostia-pepata e la parola di Lui. La Parola.  Credo sia pronto per entrare al Pio Albergo Trivulzio, luogo di mariuoli, per portare la sua Parola ai suoi coetanei ivi parcheggiati dai ricchi figluoli. Lì incontrerà il buon Benigni, attesissimo per parlar male dell’ Innominabile, che darà anche lui in beneficenza le regalie di questa RAI che non conosce crisi. Come quella beneficenza di qualche anno fa, mai arrivata a destinazione a quell’ ospedale che cura i bambini a Firenze, nella sua Toscana. Abbiamo forse da imparare qualcosa da questi siffatti personaggi ?

Leviamoci l’ orecchino da naso ed il paraocchi che forse è meglio. Celentano ritorni nella sua reggia immersa nel verde e si cambi pure il pannolone che ormai puzza. Morandi si riprenda il ruolo per il quale è pagato profumatamente e rilanci davvero la Canzone Italiana. I sermoni lasciateli fare a chi li sa davvero fare. Con Ragione e Fede.

Il Celentanismo diarreonico lasciamolo perdere. L' Italia non ne ha certamente bisogno. Come i Mondiali del resto.  

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P
"Ab uno disce omnis" disse Virgilio e cioè "da uno capisci come sono tutti". Ed è proprio così se li guardiamo uno per uno alcuni personaggi dello spettacolo e della televisione che, così pare,<br /> piacciono tanto a Del Prete. I sermonisti stanno tutti da una sola parte, quella cosiddetta Giusta e Puritana che è rappresentata, nella nostra TV di Stato pagata da tutti, dall' Adriano Celentano,<br /> dal Benigni Roberto, dalla Littizzetto, da Jovannotti e... potrei continuare ad elencarne tantissimi altri. Tutti dei bravissimi artisti ma che, improvvisamente malati di "sermonite acuta cronica<br /> recidivante", con e grazie ai nostri soldi utilizzando un mezzo pubblico discettano e accusano, sbeffeggiano ed indicano colui che secondo loro è il Male di tutti i Mali! Con questo sistema cercano<br /> di condizionare il pensiero, mai libero, del Popolo Sovrano. Un pò come da sempre fanno i preti e l' altra chiesa. Quella che piace tanto a Celentano. Del Prete ammette che l' Adrianone non è un<br /> gran pensatore nè filosofo. E' uno coraggioso. Non posso che essere in disaccordo con questa sterile ed inadeguata affermazione. I coraggiosi sono i cittadini che ormai da tantissimi anni, complice<br /> il partito al quale fanno riferimento gli artisti su elencati, affrontano immani sacrifici per tirare a campare. Per portare a casa un piccolo e vitale tozzo di pane duramente sudato e conquistato<br /> con il duro lavoro, non certamente arraffazzonando quà e là le parole giuste, suggerite perlopiù per via auricolare, per affermare il nulla assoluto.<br /> L' essenza vera della libertà di pensiero e della democrazia non ce lo possono insegnare questi personaggi, pagati profumatamente con i nostri soldi. E' invece quella che noi stiamo in questo<br /> momento esercitando attarverso questa interessante discussione. L' essenza della vera libertà è proprio il poter dire ed esternare il nostro pensiero e la nostra contrarietà nei confronti di un<br /> fatto, una frase, un sermone, un discorso, una affermazione sbagliata.Dal nostro punto di vista. Non credo che l' autore dell' articolo volesse essere acido ed acrimonioso. Ha semplicemente<br /> espresso un suo libero pensiero che noi, sermonisti in miniatura, democraticamente giudichiamo, attacchiamo, critichiamo, assolviamo. Come per tutte le cose.
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D
Chi sarebbero gli innominati unti dal Signore che saprebbero fare buoni sermoni? Quello che ricavo dal contenuto dell'articolo speriamo non venga ascritto a qualcuno da iscrivere in detto albo di<br /> sermonisti. Se così fosse ........ advers nos!!!!------ che significa. "che Dio ce ne scampi e liberi". Celentano forse non è certamente da inserire nell'olimpo dei grandi pensatori e filosofi ma<br /> ha solo avuto il coraggio, l'imprudenza o forse la sfrontatezza, a seconda dei punti di vista, di esprimere delle proprie valutazionii su taluni temi, che possono essere condivisibili o non<br /> condivisibili, precise, imprecise o anche errate. Spetta poi ad ognuno di noi valutarle , se vuole, con la propria testa, esprimendo il proprio pensiero a riguardo o, semplicemente, ignorando<br /> quanto visto e sentito. Questa è l'essenza vera della libertà di pensiero e della democrazia. Una sola condizione e un limite sento che dovrei però pur pormi e cioè:<br /> - essere rispettoso delle persone ( di tutte le persone ed in primo luogo di quelle che non la pensano come me), cercando di non cadere in inutili e gratuite accidità verbali. L'acredine non serve<br /> a niente, è la forza delle idee che conta.<br /> - diamo dei consigli solo a chi ce li chiede e, soprattutto, non è carino andare ad odorare l'altrui pannolone.
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D
La carriera di questo telepredicatore è basata tutta sui testi e sulle musiche dei suoi collaboratori. Di suo mette solo la faccia e le pause.
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