Idee, progetti per Ittiri Cannedu
Se è veramente di cose serie che si vuol parlare sono qui a tutta penna… Penso che a parlare di disoccupazione ad ampio raggio si rischierebbe di cadere in circonlocuzioni, infatti, vero è che il problema della disoccupazione è a livello mondiale, vero è che l’Inghilterra che ha una economia basata sul terziario e che ignora il manifatturiero ha retrocesso rispetto all’Italia e bla bla bla e queste diventano solo parole al vento che riempiono una pagina ma che non risolvono i problemi. Parliamo, che forse interessa di più, di disoccupazione a livello locale, un argomento certamente più costruttivo ma che non si può sterilizzare dicendo semplicemente a Ittiri c’è troppa disoccupazione, perché sarebbe come dire il sole scalda o l’acqua bagna, banale e agli occhi di tutti. Parto da un principio personale, chi cerca il lavoro di tre mesi per ambire alla disoccupazione non è degno di lavorare neanche un giorno perché non ha capito niente, lavorare tre mesi per versare contributi ai fini pensionistici e rimangiarseli con la disoccupazione vuol dire prolungare negli anni la permanenza nel lavoro definitivo portando via la possibilità anche ai più giovani di accedere ai benefici dell’occupazione. Per questo sono fondamentalmente contraria ai lavori di ripiego, ma soprattutto sono contraria a questi lavori che consentono di accedere alla disoccupazione perché nel frattempo le persone non cercano un lavoro definitivo ma si buttano nel lavoro sommerso tanto prendono quel poco e poi arrotondano lavorando in nero… sbagliatissimo e soprattutto troppo pericoloso perché non c’è un’assicurazione che copre eventuali danni che ci si può arrecare quando si lavora in nero.
Qual è la mia proposta? Cercherò di schematizzarla ragioniamo a livello di microeconomia a breve raggio dove abbiamo una risposta immediata tra domanda ed offerta. Siamo nell’epoca della globalizzazione e viviamo in un libero mercato dove domanda ed offerta crescono costantemente fino a che raggiungono il punto d’incontro che viene chiamato in economia la mano invisibile del mercato che fa stabilizzare la domanda e l’offerta. Per trovare questo punto di incontro o se vogliamo chiamarlo meglio questa stabilità dobbiamo costruire delle coordinate, come? Un’idea potrebbe essere fare un censimento locale che permetta di avere perfetta conoscenza su determinati punti che sono: individuare la popolazione esistente e realmente residente ad Ittiri, dividerla in fascia di età 0-16 17-30 31-65 over 65, dividerli per sesso, titolo di studio e situazione attuale vale a dire studente occupato disoccupato sottoccupato pensionato ecc.. vi spiego perché penso sia importante questa distinzione, innanzitutto è importante sapere il numero preciso delle persone realmente residenti nel paese perché potrebbero esserci persone che mantengono la residenza per opportunità fiscali e poi domicilia ad esempio in continente dove lavora quindi è una persona che non deve pesare sulla domanda locale. È poi importante la divisione in fasce d’età perché se un paese ha un alto tasso di natività residente significa che è un paese che sta crescendo e la crescita crea ricchezza, infatti i bambini di oggi sono la forza lavoro di domani chi lavora produce ricchezza quindi su di loro vanno fatti i primi investimenti con infrastrutture che siano in grado di accoglierli nelle ore in cui i genitori lavorano e che hanno bisogno di sapere che i propri figli non sono abbandonati in strada ma ci sono strutture che si occupano dei bambini in loro assenza ma cosa importante queste strutture non devono gravare eccessivamente sul bilancio famigliare (attenzione perché già qui ci sarebbe la possibilità di creare posti di lavoro anche autogestiti). Questi bambini oggi non sono catalogabili come persone che fanno aumentare la domanda di lavoro perché il loro unico lavoro è lo studio la cultura li farà affacciare nel mondo del lavoro. La fascia d’età 17-30 anni va divisa a sua volta in persone che stanno ancora studiando e che quindi magari necessitano di un lavoro nel periodo estivo o festivo per potersi mantenere nelle loro piccole esigenze senza gravare sul bilancio famigliare e che li faccia comunque sentire più maturi e responsabili e capire il valore di ciò che gli passa fra le mani; e in persone che hanno terminato gli studi, quest’ultimi che sono quelli che fanno impennare la domanda di lavoro a loro volta vanno suddivisi sul titolo di studio, può sembrare strano ma tra i giovanissimi c’è tantissima gente che non ha raggiunto la licenza media inferiore a questi bisognerebbe dare l’opportunità di concludere almeno il ciclo di studio dell’obbligo, quindi la divisione sarà in licenza elementare, licenza media inferiore licenza media superiore titoli universitari. Sempre in questa fascia è importante sapere quanti disoccupati o sottoccupati ci sono. La stessa selezione va ripetuta nella fascia 31-65 (età attualmente massima per andare in pensione); e non dimentichiamo la terza età che per quanto non incidano sulla domanda d’impiego possono però diventare fonte di occupazione (qui tocchiamo l’aspetto sociale).
Di tutte le fasce è importante conoscere ambizioni aspirazioni, e tutte queste informazioni dovrebbero essere tenute in una banca dati della domanda di lavoro che deve poi essere fatta incrociare con una banca dati delle offerte. Un’amministrazione seria dovrebbe per prima cosa adoperarsi per la ricerca di fondi necessari per portare alla nascita questa eventuale banca dati d’informazione e badate bene che già questa ricerca ed elaborazione dei dati creerebbe dei posti di lavoro. La ricerca dovrebbe poi continuare sulle attività presenti nel territorio, quelle che mancano e che potrebbero essere create, quindi bandire progetti per la realizzazione di nuovi posti occupazionali e trovare i fondi per premiare ed incentivare i progetti migliori, fondi ovviamente rivolti a giovani disoccupati o sottoccupati che vogliono emergere e che hanno buone idee ma mancano dei mezzi di realizzazione, l’amministrazione potrebbe diventare il punto d’incontro tra i progettisti ed i finanziatori facendo anche da garante. Notate bene che anche la presentazione e lo studio dei progetti potrebbe creare la possibilità di nuove occupazioni. Infine ma molto importante non deve mancare incontri a tema tra persone disoccupate e sottoccupate con consulenti del lavoro, ed anche qui l’amministrazione dovrebbe fare da tramite, i consulenti spiegherebbero a questi neo imprenditori come poter realizzare al meglio i propri progetti e motivarli sulla base delle loro capacità ed aspirazioni consentendo anche colloqui individuali oltre che collettivi al fine di orientarli.
Una buona consulenza ed una buona istruzione sono un binomio che fa calare il tasso di disoccupazione, l’occupazione a sua volta creerà nuova ricchezza la gente sarà più invogliata a spendere ed il denaro torna a circolare a 360°.
Beh io ho fatto la mia proposta per ridurre disoccupazione e povertà resto a disposizione per confronti o eventuali chiarimenti sui punti esposti questo è solo l’inizio per fare capire ad Ittiri e a tutti gli Ittiresi che sono tante le cose che si possono fare dispensando droga furti scommesse ed alcol che sono solo nocivi.